La festa di San Rocco
Il 16 di agosto a Castelvecchio Subequo si festeggia San Rocco (1350 circa - 1380 circa), nativo di Montpellier.
Nonostante la larga diffusione del culto di San Rocco, le notizie certe sono poche. Divenne eremita e trascorse la maggior parte della sua vita in pellegrinaggio dedicandosi a soccorrere i malati di peste rimanendo a sua volta contagiato. Oltre che dai castelvecchiese, è festeggiato anche in quasi tutti i paesi della conca subequana. Forte è tuttora il culto e la devozione verso questo Santo, che è invocato contro i mali derivanti da disgrazie e malattie varie, anche se il suo culto primitivo era per la protezione contro le epidemie, specialmente quelle di peste che, per il passato, ciclicamente devastavano il mondo intero.
A Castelvecchio Subequo vi è una situazione che ha dello straordinario: una famiglia, quella dei Santilli, ha in custodia (caso quasi unico in Italia) il cosiddetto "Oro di S. Rocco" costituito da ex voto, che gelosamente conserva, per esporli solamente nel giorno della festa del Santo addobbandone la statua che, solennemente è portata in processione per le vie cittadine. Questi ex voto, composti essenzialmente da oggetti doro, d'argento e pietre preziose, è il frutto di offerte al Santo pervenute dai devoti lungo un arco temporale che con ogni probabilità parte dalla fine del XVI sec. e arriva fino ai nostri giorni. Questo tesoro è in continuo accrescimento, giacché ogni anno si rinnovano le donazioni.
Si resta colpiti dalla consistenza e relativa ricchezza materiale degli ex voto e anche affascinati dall'importanza etno-antropologica e storico-artistica degli oggetti: un loro studio scientifico porterebbe un valido contributo all'arricchimento del capitolo sull'arte orafa abruzzese.
Da dove proviene questo singolare privilegio toccato alla famiglia Santilli? Si suppone che, all'epoca suddetta, in paese si abbia la presenza di una confraternita dedicata al Santo. In seguito essa fu disciolta e, di conseguenza questi ex voto furono presi in custodia presso il priore della disciolta confraternita che, in quel momento, doveva essere un componente di detta famiglia.
Di sicuro, da quel tempo, gli eredi dei Santilli, di generazione in generazione, sono impegnati in quella che ritengono una vera e propria missione cui si dedicano con un ardore ammirevole ed uno zelo incomparabile.
(a cura di Giuseppe Cera)