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La chiesa e il convento di San Francesco d'Assisi
La costruzione del convento è correlata alla presenza del Santo nell’area tra il 1216 e il 1222 e all’ospitalità che i Conti di Celano gli offrirono nel loro castello; in tale occasione i Conti fecero dono al Santo della chiesa di Santa Maria piè di Potano e di terreni in Castello Vetulo. Tra il 1221 e il 1261 intorno a S. Maria fu costruito il primo nucleo del convento e nel 1267 il Vescovo di Sulmona permise la costruzione di una chiesa più grande e il completamento del convento. La nuova chiesa, raro esempio di architettura religiosa francescana trinavata, fu consacrata nel 1288 ma radicalmente trasformata nel 1647. Della ricca decorazione parietale con dipinti murali restano numerose testimonianze ed in particolare i preziosi affreschi del sec. XIV che decorano la Cappella di S. Francesco. La Cappella, gotica negli stilemi, fu costruita dove sorgeva l’originaria chiesa di S. Maria piè di Potano e affrescata quando Ruggiero II, Conte di Celano, si ritirò a vita monastica nel convento (1392). Danneggiata dalle trasformazioni secentesche fu restaurata nel 1931. Nella chiesa è eccezionale la ricchezza dell’apparato decorativo tardo-secentesco per l’imponenza e la qualità di altari in pietra, in stucco ed in legno di noce che ospitano dipinti su tela di notevole valore. L’Altare Maggiore, capolavoro di ebanisteria in noce, conserva gli stemmi dei Pietropaoli che lo commissionarono nel sec. XVII: è alto 8 metri, finemente intagliato e corredato di 27 statue lignee. Sul retro sono da notare la sobrietà del coro ligneo con leggio centrale e lacerti di affreschi trecenteschi sulle pareti. Nella chiesa sono poi posizionati il pulpito (fine sec.XVIII) e l’organo settecentesco in legno policromo. Utili ed ammirevoli le dettagliate informazioni a disposizione dei visitatori per conoscere e apprezzare le opere d’arte. Nell’ampliamento secentesco un secondo chiostro fu addizionato all’impianto medievale; quello originario che ha perduto completamente il ciclo di affreschi quattrocenteschi dedicati alla vita e ai miracoli del Santo, venne modificato nel 1530 e nuovamente, con la costruzione del loggiato superiore, nel 1643. Nei secoli la chiesa ed il convento si sono arricchiti di doni ed offerte che costituiscono il Tesoro di S. Francesco, una preziosa raccolta di capolavori come i reliquari offerti da Nicolò, tra cui: la Pasquarella, una statuetta in argento del 1412 raffigurante la Madonna con bambino e due Angeli; un cofanetto in stagno lavorato di corrente nordica del sec.XIV; sei reliquari d’argento e rame dorato del sec.XV, una croce d’altare d’argento dorato di Nicola Pizzulo del 1403; un reliquario a tempietto di scuola sulmonese del sec. XIV.
Il complesso conventuale di S. Francesco é ancora oggi meta di pellegrinaggi il 28 agosto, giorno della Perdonanza Celestiniana, in memoria del passaggio (1298) e del miracolo che fece Piero del Morrone diretto a L’Aquila per diventare papa Celestino V.